Chioggia e il turismo
verde:
il caso delle Tegnue
di Erika Boscolo Moretto
INTRODUZIONE
Vivendo in una città di mare ed essendo quotidianamente a contatto
con le sue caratteristiche, ho trovato stimolante affrontare una “nuova
tipologia” di sviluppo turistico come argomento del mio elaborato, in
particolare il caso delle “tegnùe” come turismo ecosostenibile.
Chioggia è una città “fotogenica”. Non le serve
il cerone o il rossetto per mettere in mostra tutta la sua bellezza.
Appare ai nostri occhi come un singolare e pittoresco microcosmo, raccolto
in se stesso, ma capace di un’infinita varietà di sfaccettature,
sempre inedite, come ad esempio il turismo culturale, balneare, subacqueo
e ambientale.
Un inedito di forme e colori, che si compongono e sovrappongono in una alternanza
di terra e acqua.
Il patrimonio culturale, storico ed artistico, insieme al complesso delle
risorse ambientali, naturalistiche e paesaggistiche costituiscono oggi uno
dei più promettenti ambiti economici di sviluppo nel clodiense.
Dal quadro generale della località emerge che il settore del turismo
ha avuto e continuerà ad avere grande importanza per Chioggia –
Sottomarina, la quale continua ad esercitare una grande attrattiva per il
suo patrimonio, e quindi è prioritario che lo si tuteli.
La realizzazione di un turismo sostenibile, in grado di conciliare sviluppo
del turismo e protezione naturale e culturale, risulta infatti di vitale importanza
considerando che la località è interessata all’espansione
dello stesso, soprattutto in termini di crescita locale e creazione di posti
di lavoro.
Viste le prospettive del settore, la grande rilevanza economico – sociale,
l’esigenza di protezione e valorizzazione dell’ambiente naturale
e culturale, dovrà essere data priorità alla promozione di un
turismo realmente equilibrato e sostenibile.
Inizierò quindi ad analizzare la situazione turistica della località,
per poi arrivare a trattare sotto un’ ottica ambientale il ruolo che
può assumere un’area protetta marina.
Il richiamo della nostra località è fondato in larga parte sulla
ricchezza e sulla varietà delle risorse naturalistiche, che tuttavia
non sono ancora sufficientemente considerate in tutta la loro potenzialità
come nel caso delle Tegnùe. L’ambiente marino, in particolare,
nonostante rappresenti uno dei maggiori motivi di attrazione, continua ad
essere considerato prevalentemente in funzione della balneazione.
C’è da notare che le esigenze dei turisti stanno diventando sempre
più complesse, di conseguenza essi non si accontenteranno più
della classica forma “sole e mare”, ma vorranno qualcosa di nuovo,
di diverso, di integrante che li faccia sentire parte sinergica dell’ambiente
e non come parte alterante, nociva dell’ecosistema.
Tuttavia il turismo, se pianificato e gestito secondo canoni di sostenibilità
può senza dubbio svolgere un’importante azione di tutela e di
protezione ambientale, nonché di salvaguardia delle specie naturali.
Quindi la zona di tutela biologica delle Tegnùe costituisce un punto
focale per il “nuovo” sviluppo ecoturistico, grazie alla possibilità
di osservare, in condizioni di ridotto disturbo antropico e di confidenza
verso la flora e fauna marina.
Il naturalismo subacqueo può realizzare un importante congiunzione
tra turismo ed educazione ambientale che, a fianco dell’aspetto conservazionista,
costituiscono forse la principale “ragion d’essere” dell’area
di tutela biologica.
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