I miei
films
di
Piero Mescalchin
Videomemorie di un sub
Ho cominciato ad immergermi sulle Tegue di Chioggia più di trenta anni fa, quando le strumentazioni di bordo erano limitate. L'ecoscandaglio di oggi era allora un lungo filo a piombo che permetteva, con un po' di pratica, di rilevare la consistenza del terreno; più spesso si trascinava l'ancora sul fondo aspettando che s'incagliasse sugli affioramenti rocciosi. Il G.P.S. di allora era l'occhio del subacqueo che cercava dei punti di riferimento a terra. L'esistenza delle Tegnue era confermata da una leggenda che narrava di una vecchia città di Chioggia sprofondata nel mare.
Le difficoltà
di ricerca di un punto roccioso rendevano più interessante ed entusiasmante
l'immersione, sicuramente ci si sentiva un po’ anche pionieri in un
ambiente molto spesso ancora da esplorare. La quantità di vita, la
ricchezza delle specie erano incredibili e il numero dei subacquei era molto
limitato. Da allora ho continuato ad immergermi in questi luoghi per me sempre
affascinanti e ho continuato ad osservare l'evoluzione della vita anche nei
momenti di crisi più o meno naturali di questo mare. Nel 1988 mi sono
fornito di una telecamera e ho cominciato a documentare quello che vedevo
sul fondo. Ho incontrato innumerevoli specie di pesci e di crostacei: dal
comunissimo astice ai branchi di delfini, da uno storione di 2 metri di lunghezza
al pesce luna, dalle testuggini ai tonni che saltavano fuori dall'acqua. Le
Tegnue, queste oasi di roccia in mezzo al mare, sembravano paradisi terrestri.
Questo mare spesso
bistrattato è stato per me in tanti anni una continua meravigliosa
scoperta. Nell'agosto dello stesso anno comparivano le alghe. La presenza
in superficie della mucillagine avveniva tra fine agosto ed i primi giorni
di settembre. Il loro depositarsi sul fondo provocò un dramma ecologico:
una terribile moria di flora e fauna colpì un vasto tratto del fondale
dell'Alto Adriatico. La mia telecamera doveva servire a documentare il paradiso
sommerso che avevo scoperto, servì invece per far conoscere a tutti
i problemi e la gravità del fenomeno. Le immagini raccolte erano molto
suggestive, inusuali e drammatiche; tanto che decisi successivamente di produrre
un video "Mucus" premiato al Festival Mondial de
l'image sub-marine di Antibes (Francia) nel 1995. A dimostrazione della grandissima
forza vitale di questo mare, nello stesso anno ho ottenuto nella medesima
rassegna un secondo premio con un altro video non a caso intitolato "I
reef dell'Adriatico". Questo lavoro voleva far vedere come i
colori e la ricchezza della vita, rifiorita dopo la crisi algale, nulla avessero
ad invidiare ai reef tropicali. Iniziai così a produrre una notevole
serie di filmati perché il mare di Chioggia mi ha sempre saputo dare
nuove emozioni. Oltre alle bellezze naturali, ho scoperto nei suoi fondali
anche tanti altri motivi d'interesse e di ricerca. Mi ha spinto a studiare
ad esempio la documentazione di relitti del passato e più recenti.
"Segreti dell'Adriatico" ripercorre la storia di
alcune navi da guerra affondate nella prima metà del novecento e mi
ha permesso di incontrare uno dei superstiti del Cacciatorpediniere Quintino
Sella. L'Ammiraglio Francesco Toscano, allora ufficiale di coperta, mi ha
voluto suo ospite per una serata al "Rotary International" di Portogruaro.
"Thunderbolt" documenta il ritrovamento di un aereo
da combattimento delle forze aeree americane della Seconda guerra mondiale.
"Naufragi" ricostruisce l'affondamento di alcune
navi commerciali e da pesca in tempi recenti: comprende però anche
alcune immagini di uno straordinario ritrovamento archeologico di un'antica
nave romana.
Dopo
aver fatto delle immersioni in ambienti e mari diversi di tutto il Mediterraneo,
ho sentito la necessità di un confronto con il mio mare Adriatico e
lo ho realizzato nel video "Tuffi nel blu". Anche
"Adriatico blu" realizza un confronto: quello tra
le due rive di questo mare (Italia e Croazia). La mia passione per il mare
e l'attività subacquea mi hanno anche portato a fare dei viaggi che
ho sempre documentato con dei video: dal freddo Atlantico del Nord "l'isola
nel mare fiorito" ai caldi mari dei Tropici, dal Mar Rosso con
l'incontro con gli squali "Alslratt asmaak", alle
riserve marine del Kenya in Oceano indiano "Kenya underwater
world". Particolarmente emozionante è stata l'immersione
nel cratere del vulcano "Challa" alle pendici del Kilimanjaro ad
oltre 2.000 metri di quota; mai quelle acque avevano visto un subacqueo. Non
meno memorabile fu quella tra ippopotami e coccodrilli, in mezzo alla Savana
alle sorgenti di Mzima-Springs con delle guardie armate che tutelavano la
mia incolumità.
In ogni caso la mia passione per il mare non si è limitata alla sola
documentazione; ho anche cercato di far conoscere agli altri le bellezze del
nostro mare e non ho mai rifiutato proiezioni su invito di associazioni sportive
e culturali (Lions, Panathlon, Rotary e scuole), così come ho organizzato
serate pubbliche con rassegne di video dedicati al mare (Padova, Cittadella,
Castelfranco, Adria, Vittorio Veneto, Comacchio). Ho offerto materiale audiovisivo
in più occasioni alla RAI partecipando anche a varie trasmissioni come:
"Uno Mattina", "Alla ricerca dell'arca", "Ambiente
Italia", "Vivere il mare", "Linea Blu".
La mia attività pluridecennale è stata favorita anche dall'ampio
consenso ottenuto presso il pubblico in genere e i giovani in particolare.
Consideriamo anche che venti anni fa l'attività subacquea era una passione
di pochi e l'ambiente marino era in gran parte sconosciuto ai più.
Pochi erano gli operatori subacquei e si vedevano solo riprese di mari tropicali
e lontani. Preziosa per la ricerca delle Tegnue in alto Adriatico, difficilissima
allora per gli scarsi mezzi di localizzazione del tempo, è stata l'amicizia
con i pescatori che a volte richiedevano la mia opera per liberare e recuperare
le reti che rimanevano incagliate sul fondo roccioso. Grazie a loro venivo
a conoscenza dei punti più alti del fondo, gli stessi che io ricercavo
e che a loro ostacolavano la pesca a strascico. Disincagliare i loro attrezzi
era molto complesso e richiedeva l'opera di più subacquei. In una di
queste occasioni, la mattina dell'11 marzo 1990, durante un recupero perdeva
la vita un mio caro amico: Luigi Todesco. Era uno dei più esperti e
bravi subacquei di allora ed era nota a tutti la sua generosità quando
si trattava di operare in mare in qualsiasi situazione. Aveva partecipato
alle prime campagne di ricerca sulle Tegnue di Chioggia sulla barca del C.N.R.
di Venezia "Umberto D'Ancona". Ricordo che per primo aveva contestato
la pratica della pesca nel settore subacqueo, anche se a quel tempo eravamo
in pochi ad immergerci e la zona era pescosissima. Con me condivideva l'amore
per il mare e l'entusiasmo per l'attività subacquea, entrambi avevamo
compreso il grande potenziale di vita delle Tegnue di Chioggia.
In questo contesto si va delineando nella mia mente l'idea della necessità
di proteggere questa zona che, pur avendo subito azioni depauperatici da parte
sia della natura (alghe e crisi anossiche), sia dell'uomo (pesca indiscriminata
e scarico di materiale refluo), sempre ha avuto la forza di riprendersi e
di rigenerarsi grazie alla particolare posizione geografica e alla ricchezza
di nutrienti. Nel frattempo è migliorata la sensibilità della
gente, diventata molto più consapevole di un tempo della necessità
di mantenere e proteggere i patrimoni naturali, a vantaggio di tutti. Un viaggio
alle Isole Medas davanti alla città di Barcellona (Spagna), sede da
oltre vent'anni di uno dei primi parchi marini del Mediterraneo, mi ha dato
l'idea per il video "un sogno.. un Parco" nel quale
auspicavo la creazione di una zona protetta davanti alla città di Chioggia.
Determinante è stato l’incontro con il geom. Enzo Boscolo Meo,
a quel tempo Presidente del Lions di Chioggia, che con l’appoggio del
dr. Paolo Ardizzon, dirigente del Comune di Chioggia appoggiava la mia richiesta
e la ricca documentazione al Consiglio Comunale di Chioggia che con le delibere
n. 384 del 14 settembre 2000 e n. 430 del 13 ottobre 2000 approvava la prospettata
esigenza di tutelare la zona delle Tegnue.
La mia gioia è stata grande quando la città, i suoi cittadini,
i pescatori, il Sindaco e la giunta comunale tutta hanno ottenuto dalle autorità
competenti con Decreto Ministeriale del 5 agosto 2002 (G.U. 193 del 19.08.02)
che le Tegnue fossero dichiarate “Zona a Tutela Biologica”
Nel video "I colori sommersi di Chioggia" ho voluto
presentare le motivazioni naturalistiche e scientifiche che hanno spinto la
città a chiedere al Ministero dell’Ambiente un’area a "Tutela
Biologica" nel mare antistante. Due città sembrano fondersi nel
tramonto: la Chioggia città turistica e colorata che tutti conosciamo
e quella sommersa e leggendaria, non meno variopinta.
Il 4 dicembre 2002 nasceva l’Associazione “Tegnue
di Chioggia” – onlus; l’Associazione, senza fini di lucro
che si propone di perseguire finalità di tutela e valorizzazione della
natura e dell’ambiente con attività scientifiche, didattiche,
sportive e ricreative.
E’ stata una importantissima tappa, non è più la voce
di un singolo ma un gruppo di persone che con grande impegno ed entusiasmo
hanno permesso di presentare un organico programma di ricerca, divulgazione
e fruizione che la Regione Veneto ha finanziato.
Per i più giovani e soprattutto per infondere in loro un maggior rispetto
per il mare, rispetto basato su una più approfondita conoscenza, con
la collaborazione del Dipartimento di Biologia dell’Università
di Padova abbiamo preparato un Kit multimediale che comprende una favola illustrata,
un libro di giochi e un video “il regno sommerso”.
In un immaginario viaggio nel regno sommerso delle Tegnue possiamo ammirare
i sui abitanti nel loro habitat naturale. Ho la certezza che solo attraverso
la visione e la conoscenza si possa amare e rispettare.
I cittadini di Chioggia, i pescatori tutti devono considerare il mare come
una parte del loro territorio e le “Tegnue di Chioggia” come un
tesoro regalato dalla natura di cui devono sentirsi orgogliosi e custodi.