CHIOGGIA. Anche grossi cetacei nella zona a tutela biologica al largo di Chioggia. Qualche giorno fa i biologici impegnati nella quinta campagna di ricerca scientifica per studiare i fondali delle Tegnùe hanno avvistato una balenottera comune (Balaenoptera physalus). I pochi istanti a disposizione prima che l’animale scomparisse all’orizzonte hanno permesso di catturare con la macchina fotografica solo la pinna del cetaceo, facilmente riconoscibile per l’inconfondibile spruzzo d’acqua. Secondo le stime dei biologici si trattava di un esemplare di grandi dimensioni, tra gli 8 e i 10 metri. Le balenottere, che sono rare nell’Alto Adriatico, possono raggiungere anche i 25 metri di lunghezza e le 70 tonnellate di peso. L’incontro straordinario ha lasciato di stucco tutto il personale impegnato nei rilievi scientifici (volontari dell’associazione «Tegnùe onlus», università di Bologna e Padova, Cnr di Venezia, Icram di Chioggia) anche se non è la prima volta che i fondali delle tegnùe attirano animali affascinanti ed insoliti nelle nostre acque. Capita spesso ad esempio, quando il mare è calmo, che le imbarcazioni siano avvicinate da branchi di delfini. «Procedendo a velocità ridotta - racconta il presidente dell’associazione «Tegnùe», Piero Mescalchin - riusciamo a farci affiancare dai delfini che si intrattengono a giocare sfruttando la portanza della barca. H invece del tutto eccezionale l’incontro con la balena che abbiamo fatto a 8 miglia dalla costa tra Chioggia e Venezia. Ci siamo emozionati con il rumore dello sfiato prodotto quando il cetaceo emergeva, ma il tentativo di immergerci di nuovo per avvicinarci all’esemplare è stato purtroppo negativo perché si è allontanato prima». (e.b.a.)
ritorna
|
|
|
|
|
|
|