CHIOGGIA. Una società pubblico-privata per salvare le Tegnue .
Lo chiedono i gruppi consiliari comunali e regionali dei Ds per evitare che in futuro il patrimonio marino al largo di Chioggia sia sfruttato da aziende private per scopi di lucro.
«Finora — spiega Narciso Girotto, consigliere comunale diessino — le Tegnue non sono state valorizzate come dovrebbero. L'amministrazione comunale sta investendo molto sulla promozione, ma Le “ Tegnue di Chioggia” non hanno ancora giocato una carta che potrebbe davvero fare la differenza rispetto a molte altre localit à. L'amministrazione non può essere uno spettatore in questo caso, deve guidare la tutela e la promozione di una risorsa su cui fino ad oggi forse non si è creduto abbastanza».
La presa di posizione dei Ds arriva a pochi giorni di distanza dall'ultimatum lanciato dal presidente dell'associazione « Tegnue onlus», Piero Mescalchin , esausto di chiedere da oltre quattro anni un aiuto concreto alle istituzioni per la salvaguardia delle infiorescenze marine di Chiog-gia. Se entro un mese non arriveranno divieti di ancorag gio e regole chiare da parte delle istituzioni, lascer à l'associazione e toglierà boe e corpi morti affondati per indicare i percorsi ai subacquei.
«L'amministrazione — spiega il consigliere regionale, Lucio Tiozzo — deve entrare nell'associazione, assieme a Provincia e Regione. Una società di gestione pubblico-privata potrà individuare metodi e regole per la fruizione che non può essere liberalizzata né gestita da enti privati, n rischio è che le Tegnue diventino un terreno di conquista dei pri vati con iniziative spurie o che perdano il loro fascino perch é altre località venete sostengono di avere fondali simili, cosa assolutamente infondata».
Nella societ à pubblico-privata dovrebbero entrare anche le categorie economiche della città. «Solo una gestione plurale — concludono i consiglieri diessini — può garantire che un patrimonio unico come questo sia utilizzato nella maniera consona e a totale beneficio dell'immagine turistica della città», (e.b.a.)
ritorna
|