VENEZIA. Con la collaborazione di tanti,
in una sinergia pericolosamente instabile, ma miracolosamente proficua
almeno per il momento, sta facendo passi da gigante la tutela biologica
del mare Adriatico. Le Tegnùe di Chioggia sono ormai zona di studio e
di parco marino. Quelle di Caorle sono state riconosciute e finanziate
l’altro ieri dalla Regione, in un quadro d’intervento analogo a quello
di Chioggia. Per di più, la collaborazione dei pescatori professionisti
e delle loro associazioni, fa ritenere che si tratti solo dei primi passi
di una riconversione dello sfruttamento intensivo del mare, verso un uso
più razionale di risorse che non sono infinite.
Sogni, forse. Ma come diceva il saggio, meglio accendere un cerino
che maledire l’oscurità. «Il 31 luglio scorso - informa Piero Mescalchin,
presidente dell’Associazione Tegnùe onlus di Chioggia - sono state posizionate
le prime quattro boe luminose, che segneranno i punti di immersione dove
si sta già lavorando per costruire dei percorsi subacquei. Si è dato alle
prime quattro boe un nome legato ai Club che curano già la ricerca e la
mappatura della zona: al Club Sommozzatori Chioggia la boa in zona 3,
la più ad est, all’altezza del porto di Chioggia; al Club Sommozzatori
Padova quella in zona 4, la più a sud; al Delta Sub Adria e al Sub Team
Mestre quelle in zona 1, l’area centrale più estesa. L’intento è di allargare
l’interesse anche ad altri Club, avendo previsto nei prossimi due anni
altre 8 boe e relativi punti di immersione. I Club nella preparazione
dei subacquei diffondono il massimo rispetto per l’ambiente - conbclude
Mescalchin -. Si conta in questo modo sulla collaborazione di tutti i
frequentatori del mare per fare opera di tutela e di controllo». Le boe
sono provviste di un cavo di ormeggio. L’Associazione Tegnùe ha immediatamente
richiesto alle Capitanerie di Porto di Chioggia e di Venezia un’ordinanza
che vieti l’ancoraggio nel raggio di 1/4 di miglio (circa 500 metri) per
evitare di danneggiare gli organismi del fondo, oltre che mandare all’aria
il lavoro di segnalazione dei percorsi. La palla passa ora alla Capitaneria
di Chioggia, che dovrà emettere l’ordinanza. Ieri, in assenza del comandante
Paolo Meneghetti, il vice Pasquale Ricciardi confermava la volontà di
agire rapidamente in questo senso.
L’attività dell’Associazione Tegnùe è finanziata dalla giunta regionale.
A sua volta Mescalchin, con il comitato tecnico che per statuto assiste
l’associazione, ha stipulato accordi di collaborazione con l’Icram e con
istituti universitari di Padova e di Bologna, i cui ricercatori sono in
questo momento impegnati nei rilievi.
Questo schema di intervento viene riproposto anche per le Tegnùe
di Porto Falconera. «Il Comune di Caorle - conferma l’assessore regionale
Renato Chisso - riceverà un contributo di 125.000 euro per l’istituzione
della zona di tutela biologica».
(Renzo Mazzaro)
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