CHIOGGIA. «Un giorno a chi domanderà “chi era Mescalchin?” non voglio che si risponda
“quel padovano che con i suoi video aiutò a far conoscere le Tegnùe
di Chioggia e invece di salvarle contribuì a distruggerle”». Si è preparato
un discorsetto breve e preciso e dirà proprio così, domani al convegno
in programma a palazzo Grassi, Piero Mescalchin (nella foto),
presidente dell’associazione onlus Le Tegnùe. Sarà uno sfogo del tutto
inatteso.
Gli roviniamo la sorpresa, ma almeno eviteremo alle autorità
presenti all’incontro, in testa l’assessore regionale Renato Chisso,
il sindaco Fortunato Guarnieri e il comandante della Capitaneria di
porto Paolo Meneghetti, di arrivare impreparati. L’incontro serve per
inaugurare un’esposizione di lavori fatti dai ragazzi delle elementari
e delle medie di Chioggia sulle Tegnùe.
Una festa dunque, che si inserisce in un programma più vasto di
sensibilizzazione sull’ambiente marino varato dalla giunta Galan, con
l’adozione di un kit per conoscere il mare (una cassetta-video di 20
minuti, un Dvd, una guida per gli insegnanti, un manualetto per le famiglie
con la descrizione delle Tegnùe, un gioco interattivo e una favola illustrata
dal titolo “Il regno sommerso”) che verrà distribuito dall’amministrazione
regionale in 20.000 esemplari a tutte le scuole del Veneto.
Peccato che, assieme a questo sforzo di divulgazione, non cammini
di pari passo il progetto di salvaguardia vero e proprio delle Tegnùe.
Non solo non cammina: l’idea di Mescalchin è che ci sia qualcuno che
lo boicotta, non si capisce bene chi e perché.
La salvaguardia delle Tegnùe si fa segnalando l’area rocciosa
che si trova sul fondale con boe di superficie, le quali servono anche
ad ormeggiare le imbarcazioni evitando che le stesse buttino l’ancora,
con effetti devastanti sulle Tegnùe. Finora l’Associazione ha provveduto
a depositare sul fondale i corpi morti, ai quali ancorare le boe di
superficie. Ma della seconda parte dell’operazione non si parla più.
«E’ da oltre 6 mesi che chiedo, richiedo e sollecito - dice Mescalchin
- afinché gli organi competenti consentano di segnalare le zone di superficie
e vietino l’ancoraggio. Ho ripetutamente scritto e atteso inutilmente
risposta: tutto tace. Nel contempo però ho ricevuto la richiesta dei
pescatori di far conoscere le coordinate dove sono stati affondati i
corpi morti per continuare a pescare senza impigliare le reti. I pescatori
sportivi, non obbligati ad avere il Gps, continuano a pescare come prima,
scusati dal fatto che la zona non è segnalata. Non nascondo l’amarezza
di aver fallito quello ch ritengo lo scopo principale dell’Associazione:
salvaguardare questo angolo di mare». (r.m.)
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