CHIOGGIA. Mare pulito e pieno di vita. L’ha
rilevato l’equipe impegnata, assieme all’associazione «le Tegnùe», nell’esplorazione
dei fondali e dell’ecosistema marino delle infiorescenze al largo di Chioggia.
La prolungata siccità che ha ridotto la portata dei fiumi, provocando
l’emergenza acqua potabile, paradossalmente ha avuto anche effetti positivi,
eliminando gli scarichi inquinanti. «Da anni non si vedeva un mare così
limpido anche nelle acque profonde - spiega Piero Mescalchin, presidente
dell’associazione Tegnùe - Abbiamo constatato che il mare è ricco di ossigeno,
al contrario degli anni passati in cui si verificano frequenti crisi anossiche».
I rilievi sull’ecosistema biologico
delle Tegnùe fanno parte di un progetto triennale di sperimentazione della
gestione dell’area, dichiarata nell’agosto del 2002 zona a tutela
biologia, che coinvolge oltre all’omonima associazione, le università di
Padova, Venezia e Bologna e alcuni istituti di ricerca, tra cui l’Icram e
l’Arpav. «I nostri campionamenti rivelano un’acqua limpida,
eccezionalmente calda e priva di mucillagini e fioriture algali - spiega
Massimo Ponti, responsabile del Centro Interdipartimentale di Ricerca per
le Scienze Ambientali dell’università di Bologna - Tra le 3 e le 10 miglia
al largo l’acqua è trasparente, anche a 20 metri di profondità e raggiunge
i 18 gradi, contro i soliti 14 (in superficie arriva a 30º). L’assenza di
pioggia ha favorito la limpidezza dell’acqua. La presenza di piante
lagunari a riva è dovuta alla corrente, è un fenomeno naturale che non ha
nulla a che vedere con l’inquinamento». Il progetto, finalizzato alla
mappatura dei fondali delle Tegnùe e al censimento delle popolazioni
ittiche e bentoniche, prevede anche rilevazioni geomorfologiche che
inizieranno mercoledì prossimo con le perlustrazioni della nave «Astrea»
dell’Icram, dotata di strumentazioni oceanografiche di ultima
generazione.
(Elisabetta Boscolo Anzoletti)
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