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Festa per i fondali puliti, e trovano una bomba
Allarme alle Tegnùe di Chioggia per la scoperta di un ordigno
americano
CHIOGGIA. Allarme bomba al largo di Chioggia. I fondali delle Tegnùe,
esplorati ieri mattina da quasi 300 sommozzatori in occasione della
manifestazione «Spiagge e fondali puliti» organizzata da Legambiente
e dall'omonima associazione, potrebbero nascondere un ordigno bellico
americano della seconda Guerra mondiale.
Momenti di paura per una piccola imbarcazione di volontari. Tra gli
oggetti riportati a galla nel cestello, Rossano Tiozzo Pezzoli, ha riconosciuto
una bomba inesplosa, che è stata rigettata in mare. La Capitaneria di
porto ha delimitato la zona, a 3 miglia e mezzo dalla diga di San Felice,
posizionando 2 boe in polistirolo, in pratica vietando la navigazione.
La pulizia dell'aera protetta, invece, ha portato alla luce pochi rifiuti.
CHIOGGIA. Allarme bomba al largo di Chioggia. I fondali delle Tegnùe,
esplorati ieri mattina da quasi 300 sommozzatori arrivati da tutto il
Nordest in occasione della manifestazione «Spiagge e fondali puliti» organizzata da Legambiente e dall'omonima associazione, potrebbero nascondere
un ordigno bellico americano della seconda Guerra mondiale. Ma anche
soddisfazione della Goletta Verde, presente alla manifestazione, per
i pochi rifiuti portati a galla dai sub nella riserva, riconosciuta
nel 2002 dal ministero delle Politiche agricole e forestali, area a
tutela biologica.
Niente immondizia nei fondali, dunque, ma pericoli di altro genere.
Le operazioni di pulizia hanno riservato momenti di grande apprensione
per una piccola imbarcazione di volontari che ha partecipato all'esplorazione
delle Tegnùe. Tra gli oggetti riportati a galla nel cestello, Rossano
Tiozzo Pezzoli, ha riconosciuto una bomba inesplosa, probabilmente sganciata
durante l'ultimo conflitto mondiale. Colto dal panico, Tiozzo ha ributtato
l'ordigno in mare, preoccupandosi successivamente di segnalare l'accaduto
al 113. La Capitaneria di porto ha delimitato la zona interessata dalla
possibile presenza di una bomba, a 3 miglia e mezzo dalla diga di San
Felice, posizionando 2 boe in polistirolo e avvisando via fax tutte
i soggetti interessati alla navigazione. L'allarme potrebbe rientrare
oggi, dopo il sopralluogo degli artificieri che accerteranno l'effettiva
presenza dell'ordigno e l'entità della pericolosità.
Decisamente meno preoccupanti i rifiuti raccolti dagli altri sommozzatori,
suddivisi in una trentina di imbarcazioni, tra pescherecci, motonavi
e gommoni, partite nella prima mattinata di ieri da Punta Poli per partecipare
all'operazione ecologica più grossa mai realizzata nei mari italiani.
L'immersione, durata più di 2 ore, dalle 11.30 alle 14, è stata ripresa
dalle telecamere degli operatori Rai e dei molti appassionati che hanno
seguito la manifestazione a bordo di piccole imbarcazioni private. I
sub, ostacolati nel lavoro di scandaglio dei fondali, dalla scarsa visibilità
delle acque, hanno riportato a galla una modesta quantità di rifiuti:
bottiglie, attrezzi di lavoro, cavi d'acciaio e una visiera di un casco.
I fondali hanno però rilevato, come era prevedibile data la conformazione
della riserva, una grande quantità di reti incastrate nelle infiorescenze
marine che caratterizzano la fauna delle Tegnùe, unica in tutto l'Adriatico.
«Siamo più che soddisfatti dell'esito dell'operazione che ha superato
tutte le nostre aspettative - dichiara Angelo Mancone, presidente di
Legambiente - la sinergia tra associazioni diverse testimonia la sensibilità
diffusa per la tutela delle bellezze naturali dell'Adriatico». L'iniziativa
è stata supportata anche dall'Associazione albergatori di Sottomarina
(Asa) che ha partecipato al corteo con una motonave. «La valorizzazione
delle risorse paesaggistiche può contribuire a sviluppare il turismo
- ha affermato Giuliano Boscolo, consigliere dell'Asa e vice presidente
dell'Apt -. Le Tegnùe sono senz'altro una delle tante ricchezze di Chioggia
su cui far leva per promuovere l'immagine della città, superando la
connotazione unicamente balneare».
Soddisfatto Piero Mescalchin (Associazione delle Tegnùe) che ha sottolineato
la volontà di garantire un'area protetta. All'operazione hanno partecipato
cinque motonavi e 30 imbarcazioni.
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