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A sinistra il «logo» delle Tegnłe ideato dal pittore De Ambrosi
e la mappa delle aree protette Sopra: un branco di corvine Nelle
foto piccole, in alto il sottosegretario Paolo Scarpa e il comandante
della Capitaneria di Chioggia Antonio Campagnol; sotto il sub
Piero Mescalchin; il presidente del Club Sommozzatori Fabio
Marchetti: il sindaco di Chioggia Fortunato Guarnieri e il presidente
Galan
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Multe salate a chi pesca sulle Tegnłe
Entra in funzione l'area marina protetta, futuro paradiso
dei sub
Un Comitato di gestione si occuperą di valorizzare la zona,
che sarą segnalata da boe in superficie Le sanzioni previste vanno
da 516 a 3098 euro
di Renzo Mazzaro
VENEZIA. Un rettangolo di 3,8 miglia per 1,6 e tre quadrati uguali
di 0,7 miglia per lato. Queste sono le dimensioni delle Tegnłe di
Chioggia, diventate area marina protetta con un decreto del 5 agosto
2002, firmato dal sottosegretario alla pesca Paolo Scarpa e pubblicato
sulla Gazzetta Ufficiale del 20 agosto. Sette giorni dopo il comandante
della Capitaneria di Chioggia Antonio Campagnol indicava in un'ordinanza
(44/2002) le coordinate precise delle quattro aree, entrate a far
parte a tutti gli effetti della carta nautica 38. E' stato il punto
d'arrivo di uno sforzo congiunto di subacquei, appassionati di mare,
istituzioni culturali, amministratori pubblici, categorie economiche.
Un carrozzone che sembrava sempre prossimo al deragliamento.
Invece, quasi miracolosamente, a dispetto delle spinte diverse che
tante volontą poco coordinate potevano imprimere all'iniziativa, con
effetti disastrosi, le Tegnłe di Chioggia sono diventate «zona di
tutela biologica». Questa č la dizione esatta. Il livello di protezione
non č quello del parco marino o dell'area marina protetta, ma vi č
sempre vietata ogni forma di pesca, sia professionale che sportiva,
con sanzioni minime di 516 euro e massime di 3.098 euro. L'altra sera
Antonio Campagnol era ospite all'Antonianum di Padova della «Rassegna
internazionale nel Blu», appuntamento annuale arrivato alla settima
edizione, organizzato da Fabio Marchetti del Club Sommozzatori ma
ideato dal vero protagonista delle Tegnłe, Piero Mescalchin, un sub
padovano che in Adriatico ha fatto migliaia di immersioni, censendo
quasi tutte queste formazioni rocciose che si staccano dal fondo di
pochi metri, quanto basta perchč le reti dei pescatori vi restino
impigliate (da cui il nome di «tegnła», rete trattenuta sul fondo).
La cornice di tanti appassionati dei fondali č stata l'occasione per
presentare con maggiori dettagli l'area di tutela delle Tegnłe, notizia
che la cronaca di agosto aveva confinato in ambito locale. Si tratta
invece di un primo passo verso un utilizzo completamente nuovo del
mare Adriatico, in cui ci sia spazio per la salvaguardia e il rispetto
ambientale ma soprattutto per un ripopolamento ittico vero, non fatto
solo di parole. Erano gli stessi obiettivi su cui puntava ad intervenire
la Regione, con l'ambizioso progetto di legge presentato l oscorso
febbraio dal presidente Giancarlo Galan al salone nautico di Venezia
e purtroppo rimasto da allora solo un annuncio. In quella occasione,
Galan aveva manifestato l'intenzione di dichiarare «zona di tutela
biologica» l'intero litorale del mare Adriatico, dal Delta del Po
al Tagliamento, a partire da 300 metri dal bagnasciuga fino a 3 miglia
al largo (includendo dunque le Tegnłe di Chioggia). Parallela alla
costa, dal Po al Tagliamento, sulla linea delle 3 miglia, doveva sorgere
secondo lui una barriera artificiale, larga 20 metri, alta al massimo
2 dal fondale, fatta da tripodi e materiali inerti, non segnalata,
allo scopo dichiarato di rendere la vita dura ai pescherecci che fanno
strascico. Un progetto rivoluzionario, che non ha cercato sinergie
con altre iniziative ma soprattutto espropriava in un colpo solo il
ministero dell'Ambiente, quello dell'Agricoltura, il Demanio e quant'altri
organi statali hanno competenze sul mare aperto. Un colpo da «governatore»
vero, cui purtroppo non ha fatto seguito altro.
Una proposta di legge molto meno strombazzata, ma realmente iscritta
all'ufficio di presidenza del Consiglio regionale, č invece quella
firmata da Elso Resler, consigliere dello Sdi, chioggiotto, intitolata
«Norme per la disciplina del turismo subacqueo». Sulla scia di uno
sviluppo delle immersioni indotto proprio dalle Tegnłe, Resler prevede
l'istituzione di un Albo regionale delle guide subacque, degli istruttori
e dei centri di immersione che operano nel Veneto.
Tecnicamente le Tegnłe dovrebbero essere ora gestite da un Comitato,
cui il Comune di Chioggia delegherą il compito di valorizzare l'area.
Mescalchin parla di barriere antistrascico da creare sul fondale,
per delimitare i confini, oltre che di boe di segnalazione poste in
superfice, utili anche per le immersioni. Il suo sito (www.Mescalchin.it)
scoppia di idee e di foto.
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