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La Goletta Verde A sinistra le Tegnùe la scogliera sottomorina
a tre miglia dalla costa
La Goletta Verde A sinistra le Tegnùe
La conferenza tenuta ieri mattina da Legambiente
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Goletta Verde a Chioggia per le
Tegnùe
Non è diventata zona protetta
Ambientalisti bloccati dal vento
Sergio Ravagnan
CHIOGGIA.Il mare mosso e il vento hanno impedito alla Goletta verde,
da sabato ormeggiata all'isola dell'Unione, di effettuare la prevista
uscita alle Tegnùe, la scogliera sottomarina situata a tre miglia
dalla costa e che costituisce un'oasi di grande interesse naturalistico.
A detta degli esperti, addirittura una delle più belle del Mediterraneo.
Le avverse condizioni atmosferiche, comunque, non hanno impedito di
raggiungere l'obiettivo che si proponeva Lega Ambiente in questa tappa
veneta.
L'obiettivo è quello di rilanciare con forza l'iniziativa di far riconoscere
dal ministero quella fascia di mare come Zona di Riproduzione Biologica:
una pratica avviata alcuni anni fa dal comune di Chioggia e che già
a dicembre pareva concluso, ma che improvvisamente e inspiegabilmente
si è bloccata. A bordo della Goletta, assieme al presidente regionale
di Lega Ambiente Angelo Mancone si sono ritrovati a fare il punto
sulla situazione il vero promotore e artefice dell'istituzione dell'area
marina protetta, il sub Piero Mescalchin, l'assessore all'Ambiente
Sergio Vianello, il presidente del club padovano Francesco Menegalle
e il presidente dell'associazione albergatori Giuliano Boscolo.
Numerosi gli interrogativi sui motivi che avrebbero portato alla mancata
emanazione del decreto, che in bozza era pronto e noto. Non esiste
alcuna opposizione interna. Anzi la città intera va orgogliosa di
questo patrimonio ambientale. Avevano dato il loro assenso anche i
rappresentanti dei pescatori. Addirittura gli albergatori avevano
sponsorizzato l'istituzione presentandola già in varie fiere europee
e ottenendo l'interesse di grossi tour operator. E allora? Una ipotesi
potrebbe essere quella di un congelamento della richiesta del comune
di fronte alla successiva proposta avanzata dal presidente regionale
Giancarlo Galan, più ambiziosa ma di più difficile realizzazione,
perché riguarda l'intera fascia costiera e prevede addirittura una
sorta di muraglia sottomarina.
Ma il blocco potrebbe essere stato imposto anche da altri soggetti
interessati al bacino dell'Alto Adriatico, in particolare ai suoi
giacimenti di gas metano. Ma la ragione potrebbe essere più semplice
e banale. «Spero tanto - ha detto l'assessore Vianello - che si tratti
solo di un intralcio burocratico dovuto all'inerzia degli apparati.
Per questo già domani inoltrerà richiesta scritta per conoscere le
obiezioni, se esistono, che hanno interrotto un percorso già concluso».
Non si può attendere perché la salvaguardia di questo patrimonio riguarda
non solo la conservazione ambientale, ma anche il futuro della pesca
e del turismo.
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