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Un fotografo sub nella zona delle Tegnue davanti a Chioggia
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Galan si prende il mare Adriatico
Rivoluzionaria proposta
di tutela delle acque venete
VENEZIA. Giancarlo Galan si prende il mare Adriatico. Con una mossa
a sorpresa, anche se non del tutto originale (cosa che gli secca parecchio
ammettere), il presidente del Veneto ha dichiarato ieri «area marina
protetta» le Tegnùe di Chioggia e di Caorle, due vaste aree di fondale
marino a 2-3 miglia dalla costa, davanti alle rispettive città e «zona
di tutela biologica» l'intero litorale del mare Adriatico, dal Delta
del Po al Tagliamento, a partire da 300 metri dal bagnasciuga fino
a 3 miglia al largo. L'ha fatto presentando un disegno di legge, a
cui stava lavorando da mesi (e in gran segreto a quanto pare) ad un
pubblico selezionato di autorità e gente di mare, arrivati alla Stazione
Marittima per l'inaugurazione del salone nautico Venice Floating Show.
L'«area marina protetta» equivale ad un parco: sopra le Tegnùe non
si potrà fare nulla, tutto vietato, niente permesso, neanche l'attraversamento
(i limiti saranno ovviamente segnalati). La «zona di tutela biologica»
ha vincoli minori, ma non da sottovalutare: per esempio è vietatissima
la pesca professionale. Non saranno solo parole: parallela alla costa,
dal Po al Tagliamento, sulla linea delle 3 miglia, verrà creata sul
fondale una barriera artificiale, larga 20 metri, alta al massimo
2, fatta da tripodi e materiali inerti. Non sarà segnalata. Lo scopo
dichiarato di Galan è rendere la vita dura ai pescherecci che oggi,
nonostante i divieti, arano il fondale non solo sottocosta ma anche
in laguna, perfino dietro alla Giduecca.
Attenzione: è ancora un disegno di legge, dunque parlare di «annessione
del mare Adriatico» è una forzatura. Ma tale si rivelerà, una volta
che la legge sarà approvata dal Consiglio regionale.
Purtroppo, la valenza rivoluzionaria dell'intervento di Galan, che
in un colpo solo ha espropriato il ministero dell'Ambiente, il ministero
dell'Agricoltura, il Demanio dello Stato e chiunque altro abbia ereditato
le competenze della defunta Marina mercantile (tutta gente che avrà
ovviamente qualcosa da dire), si è persa nell'infelice gestione comunicativa
dell'evento, come direbbe un pierre. Il presidente parlava ad un pubblico
eterogeneo, proiettando lucidi come un conferenziere, sotto la mira
delle telecamere, ma senza che i giornalisti potessero fare domande,
perché a fine del suo intervento è partito il dibattito inaugurativo
del salone nautico, nella stessa sala e con lo stesso pubblico. Ma
senza i giornalisti, che intanto inseguivano il presidente sul ponte
della nave Cezanne, dove si era svolta l'anomala conferenza stampa.
Risultato: Galan accerchiato dai microfoni in caccia di una sparata
su qualunque tema; venti metri più in là, gli oratori del Venice Floating
Show a parlare nel disinteresse dei media. Due danni in un colpo solo.
Va anche detto che il presidente non ha dimostrato alcun interesse
ad approfondire il punto, sicuramente cruciale, delle competenze.
«E' chiaro che stiamo coinvolgendo il demanio dello Stato - ha detto
durante l'esposizione - ma ci vuole un po' di ottimismo per cominciare».
Poi, tallonato sul ponte della Cezanne, ha liquidato la faccenda con
uno sbrigativo «fatevelo spiegare dai miei collaboratori». In effetti
i suoi collaboratori hanno ben presente il problema, tanto che gliel'hanno
sunteggiato in una cartella «analisi dei punti problematici», che
il presidente aveva a disposizione. Purtroppo, non ne vengono fuori
neanche loro: la capacità della Regione Veneto di decidere sulle acque
territoriali riposa sul Dlgs 143 del 1998 che non riserva espressamente
allo Stato le zone di tutela biologica, prima invece assegnate con
chiarezza dal Dpr 1639/68 art. 98. «Tale funzione sembrerebbe passata
alla Regione - scrivono i funzionari -. Però al ministero ritengono
che sia ancora dello Stato, in quanto assorbita dalla competenza statale
in materia di ambiente. Rimedio proposto: nella proposta di legge
non c'è una diretta affermazione di competenza ma viene previsto che
la giunta ponga in essere tutte le iniziative necessarie per promuovere
l'istituzione delle zone di tutela e delle limitazioni e divieti di
pesca. In tal modo durante la fase applicativa, quando sarà chiaro
tra Stato e Regione il quadro delle competenze, provvederanno all'istituzione
o il Ministero o la Regione». Oppure si metteranno a litigare.
Con questa incertezza sul nord-bussola, comincia l'avventura di
Giancarlo Galan alla conquista dell'Adriatico. Tutti i particolari
si possono leggere in Internet al sito: http://www.regione.veneto.it/
, arricchito con foto iconate «saccheggiate a tappeto» dal sito:
https://www.mescalchin.it/
di Piero Mescalchin (l'espressione
è sua), il sub padovano che ha censito 3000 tegnùe, si batte da vent'anni
per questo obiettivo e ha dato avvio all'operazione, ma non sapeva
nulla. C'è perfino un fondale irlandese, che non c'entra niente con
l'Adriatico. Succede, a copiare.
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