La tutela
delle tegnue di Chioggia Devo assolutamente entrare in campo, perché la mia coscienza (da ex pescatore) mi obbliga a farlo a tutela delle tegnue di Chioggia. Ho letto l'articolo che parla delle dimissioni a fine aprile del sig. Piero Malscaichin e della sua associazione. Lo pregegherei vivamente di non mollare, ma di resistere per la giusta causa. Possibile che nessuno esperto in materia con esperienza (e non laureati senza aver mai toccato il mare) non capisca che le tegnue sono ai giorno d'oggi, come da sempre, l'ultimo habitat natura1e dove prolifera e si riproduce tutta la specie nostrana dell'adriatico; non possiamo assolutamente perdere quest'ultima barriera ecologica, per la sopravvivenza delle future generazioni di pescatori. Oggi giorno la specie marina e quotidianamente disturbata dalla pesca meccanica e l'unico posto dove trovano rifugio sono le tegnue , perché li non possono pescare! Anzi sarebbe logico aumentare lo spazio delle tegnue . Come? Segnalando fino a due miglia dalla riva del mare un'intera sacca con delle boe tutelate dalle autorità di competenza (Capitaneria di porto, Comune ,Regione, Provincia ecc.) perché stiamo parlando di un patrimonio nazionale che stiamo perdendo. Se volete testimonianza riguardante la vita marina prima dell'inquinamento, consiglio il libro "Racconti di un pescatore" pubblicato da Fiippi editore nel 1993. Voglio ringraziare tutte le persone che in qualche modo hanno difeso le tegnue , e prego vivamente i politici e l'intera burocrazia di fare qualsiasi intervento per la tutela del nostro territorio marino, cioè la risorsa di domani.
Gianfranco Vianello
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