Chioggia
Un provvedimento, quello promesso dalla Capitaneria di porto di Chioggia, che dovrebbe arrivare appena in tempo utile e che, se assunto come è stato promesso, consentirà la prosecuzione dell'attività di studio e la definizione di un programma di utilizzo turistico dell'oasi naturale delle "Tegnue". Piero Mescalchin, presidente dell'Associazione "Le Tegnue", che opera per la difesa e la valorizzazione dell'oasi ecologica marina di Chioggia, ha infatti di recente ottenuto da parte del comandante della locale Capitaneria di porto rassicurazione di prossimi interventi per garantire la protezione dei fondali. Su tutta l'area delle "Tegnue", 26 chilometri quadrati di superficie che ne fanno una delle maggior zone di tutela biologia dell'Adriatico, serve ordinare il divieto di ancoraggio e di immersione "all'infuori delle dodici boe con i predisposti percorsi subacquei" ed il divieto di ormeggio alle boe per più di due imbarcazioni per volta.
"Provvedimenti - ricorda Mescalchin - che invochiamo già da qualche anno e che ora, pare, stanno per essere assunti". Non ci fosse stata la recente rassicurazione da parte della Capitaneria di porto Mescalchin, ormai in prossimità della nuova stagione estiva aveva già comunicato ai soci una sorta di ultimatum: in mancanza di un regolamento di accesso alla zona di tutela biologica, regolamento già predisposto dall'Associazione e che deve essere formalizzato dalla competente autorità, Mescalchin avrebbe fatto salpare le 12 boe che individuano le "Tegnue" per togliere ogni utile riferimento a chi, nonostante tutto, intende pescarvi sopra o immergervisi senza la necessaria conoscenza e le opportune precauzioni.
Le cose, per quanto riguarda la valorizzazione dell'oasi sono state caratterizzate da una sorta di doppio binario. Attivissimo quello fatto di studi, di produzione di materiale scientifico, di partecipazione ed organizzazione di convegni; molto meno rapido invece l'altro, quello della necessaria tutela dell'ambiente marino.
G.B.
ritorna
|