A precisare l'articolo, apparso in
data 3 agosto 2004, è vero che le Tegnue di
Chioggia sono salite alla ribalta nel lontano 1966,
ma da quel tempo nessuno era mai riuscito a concretizzare
un'azione utile alla loro salvaguardia.
Si erano fino ad ora tutti limitati a difenderle a
parole e se la Regione e il Presidente On. Giancarlo
Galan si sono mossi, è dovuto all'azione coordinata,
completa e competente dell'Associazione che presiedo:
essa ha saputo fornire un dettagliato piano triennale
di ricerca, tutela ambientale, divulgazione e fruizione
turistica.
Le Tegnùe di Chioggia
sono tra gli esempi più belli ed estesi di
«coralligeno di piattaforma» del Mediterraneo.
Sono biocostruzioni calcaree formatesi negli ultimi
3-4000 anni, spesso sovrimposte a più antichi
substrati, che si accrescono in modo simile alle barriere
coralline, con la differenza che qui i principali
organismi costruttori sono le alghe e non le madrepore.
Come i reef tropicali, ospitano una flora ed una fauna
ricca e diversificata. Sono ambienti importanti sia
per l'elevata biodiversità sia per il mantenimento
delle risorse ittiche, spesso sovrasfruttate dalla
pesca e minacciate dall'inquinamento. Per proteggere
queste risorse ambientali, grazie alle pressanti richieste
del Comune di Chioggia, nell'agosto del 2002 è
stata istituita, con decreto del Ministro delle Politiche
Agricole e Forestali, una Zona di Tutela Biologica.
L'istituzione di un'area protetta
non può, da sola, garantire una corretta salvaguardia
e gestione di questo patrimonio naturalistico. Una
risposta concreta a questo problema è venuta
dalla costituzione dell'Associazione «Tegnùe
di Chioggia» - onlus, che riunisce nel suo comitato
tecnico i rappresentanti del mondo della ricerca,
delle associazioni dei pescatori, degli operatori
turistici e dei circoli subacquei della zona. Dalla
loro collaborazione è nato un progetto triennale
per la conoscenza, valorizzazione e gestione della
zona di tutela biologica, questo ha trovato subito
il sostegno economico della Regione Veneto e la collaborazione
della Capitaneria di Porto e del Comune di Chioggia.
Al termine del primo anno d'attività i risultati
conseguiti sono andati ben oltre alle attese. i diversi
Enti ed Istituti di Ricerca, che hanno sottoscritto
un protocollo d'intesa, si sono ripartiti i compiti.
L'istituto Centrale per la Ricerca scientifica e tecnologica
applicata al Mare (Icram), con la sua nave oceanografica,
si è occupato dei rilievi geomorfologici su
tutta l'area realizzando una preziosa mappa sia degli
affioramenti rocciosi sia delle tracce della pesca
a strascico. Dopo aver concordato un piano di monitoraggio
comune, che prevede lo studio di numerosi siti sia
all'interno della zona protetta sia di controllo all'esterno,
il Centro di Ricerche Ambientali dell'Università
di Bologna ha avviato la caratterizzazione biologica
e geologica dei fondali, con ricostruzioni tridimensionali
del fondo e campionamenti fotografici non distruttivi,
mentre la Stazione di Idrobiologia dell'Università
di Padova si sta occupando del censimento della fauna
ittica e il Consiglio Nazionale delle Ricerche della
parte oceanografica. Tutto questo ha prodotto nuove
conoscenze e consentirà di monitorare nel tempo
la qualità dell'ambiente.
L'Associazione ha fatto molto anche
sul piano dell'educazione e della divulgazione ambientale.
Oltre alla realizzazione di materiale informativo
e del sito internet, con la consulenza di esperti
dell'Università di Padova, ha realizzato un
vero progetto educativo per le scuole elementari e
medie. Nel kit che la Regione Veneto distribuirà
a settembre a tutte le sue scuole vi sono un apposito
filmato che introduce alla scoperta del «regno
marino delle Tegnue », una favola ed un libro
di giochi. Il coronamento delle attività del
primo anno di progetto è avvenuto il 31 luglio
scorso con il varo delle prime 4 boe luminose all'interno
della zona protetta. Queste non solo testimoniano
l'esistenza della riserva, ma sono anche il primo
passo per una fruizione turistica compatibile col
rispetto dell'ambiente. Ormeggiando alle boe, invece
di ancorare, si eviteranno danni alle delicate rocce
carbonatiche e agli organismi che vi crescono sopra.
Le mappe e i percorsi guidati, predisposti dai diversi
club, condurranno i subacquei nei punti di maggiore
interesse aumentando anche la sicurezza dell'immersione.
Per i prossimi due anni è previsto l'intensificarsi
delle attività sia di ricerca sia divulgative
ed educative nonché la posa di nuove boe.
* Presidente Associazione
"Tegnue di Chioggia" - onlus
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