Venerdì, 16 Aprile 2004

La proposta di Mescalchin (Le tegnue)
"Nursery" per salvare il lavoro dei pescatori
L’importanza della collaborazione con la Croazia
Chioggia

Una proposta per rispondere alla necessità di preservare le risorse ittiche consentendo tuttavia ai pescatori di continuare a lavorare. Ad avanzarla è Piero Mescalchin, presidente dell'Associazione "Le tegnue ", l'area di tutela biologica davanti a Chioggia riconosciuta con decreto del Ministero dell'Ambiente.

I paletti da rispettare sono questi: servono assolutamente delle nursery in Adriatico e per fortuna ce ne sono numerose ed i pescatori debbono poter lavorare. Queste nursery naturalmente salvaguardate dalla conformazione del fondo marino si estendono da Chioggia fino a Caorle, Bibione e Lignano. "Le oasi- secondo Mescalchin - debbono diventare i tasselli di un mosaico adriatico concepito per preservare la risorsa e quindi anche l'attività di prelievo. C'è di più: in acque internazionali, a più di 20 miglia dalla costa italiana, c'è un'altra area simile alle "Tegnue ", abbastanza estesa. Si può perimetrarla, segnalarla e lo si può fare insieme alla Croazia iniziando così una collaborazione di grande importanza in questo momento. Sono note infatti le vicissitudini intercorse che stanno sfociando da parte croata in un'unilaterale dichiarazione di area esclusiva di pesca di metà dell'Adriatico. Mettere insieme tutte queste aree, segnalarle e proteggerle - aggiunge Mescalchin - comporta di individuare in mare l'area di tutela che il Ministero delle risorse agricole e forestali deve individuare per rispondere anche a precise richieste formulate dall'Unione europea. La prima indicazione, poi sospesa, di un'area di 160 chilometri quadrati, tutta davanti Chioggia, comporterebbe sicuramente dei problemi per i pescatori di questa località".

Mescalchin ha alle spalle decenni di immersioni nell'alto Adriatico; immersioni che hanno consentito di tracciare una mappa del fondo, che l'attività di "scannerizzazione" avviata per l'area delle "Tegnue " dell'Icram di Chioggia ha puntualmente confermato.

"Le Tegnue - sostiene Mescalchin - sono il paleoalveo di un fiume che almeno 20000 anni fa sfociava dove ora c'è mare aperto. Il livello del mare s'è innalzato coprendo quell'alveo e proteggendo in questo modo uno dei più affascinanti ambienti dell'alto Adriatico. Altrove le oasi rispondono a differenti fenomeni geologici. Quello che importa è che queste aree rappresentano un tesoro da salvaguardare e valorizzare".

La valenza di carattere turistico, che sembrava fino a qualche mese fa prevalente, può coagularsi con quella della pesca secondo la semplice formula che vede nel rispetto della nursery la possibilità di prelevare poi i soggetti adulti.

Quanto alle "Tegnue " di Chioggia l'Associazione che ne ha la gestione è in attesa dell'assenso della Capitaneria di porto per calare le boe di delimitazione. L'assessore al turismo, Mauro Bisto, proprio per valorizzare al massimo la risorsa "Tegnue ", si dice "sempre pronto a sostenere qualsiasi iniziativa utile che l'Associazione vorrà avviare".

G.B.

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