CHIOGGIA – La zona di tutela biologica che si trova al largo del porto di San Felice sarà costantemente monitorata e curata grazie alla nuova convenzione stipulata tra il Comune e l'associazione “Tegnue di Chioggia”. Sono previste: l'assistenza al posizionamento di boe di segnalazione e delimitazione; la realizzazione di cartellonistica e materiale divulgativo; la manutenzione delle strutture in mare; l'assistenza alla predisposizione e operatività in mare di una imbarcazione di servizio e la possibilità di avvalersi della collaborazione e consulenza di enti e istituti di ricerca per la conduzione tecnico-scientifica delle attività convenzionate.
Un ruolo di primo piano è previsto per l'Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale. Com''è noto, le Tegnùe sono costituite da rocce costruite dagli organismi marini sovrapposte a substrati sabbiosi relativamente duri. Formatesi nel corso dei millenni, esse ricordano le barriere coralline tropicali. Il termine dialettale “tegnùa” sta a significare che si tratta di un luogo ove le reti da pesca oppure gli ami delle lenze possono impigliarsi e andar perduti.
La fama del luogo e il suo riconoscimento come fondale protetto vanno in buona parte attribuiti all'impegno del sub padovano, Piero Mescalchin, responsabile dell'associazione convenzionata. Le sue riprese cinefotografiche documentano la singolare flora e la presenza di un gran numero di specie di pesci, molluschi e crostacei.
Roberto Perini
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